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È recente la notizia della riclassificazione del caffè da parte dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro nel gruppo 3 ovvero “non classificabile come cancerogeno per l'uomo". Sono stati confermati gli esiti positivi dei numerosi studi e metanalisi pubblicati dopo l'ultima valutazione IARC del 1991, quando gli esperti esclusero evidenze di rischio legati al consumo di caffè, valutandone invece un possibile ruolo protettivo nei confronti di alcune forme di cancro, come quello al fegato e all’endometrio. Si ritiene soddisfatto Mario Cerutti, Presidente del Comitato Italiano del Caffè.
Consumato prevalentemente a casa (77%), al bar (45%) e al lavoro (41%), il caffè è parte integrante del nostro stile di vita. Il 65% ne ama il gusto e il 36% l’aroma; il 43% lo beve perché fa iniziare bene la giornata, il 20% perché chiude bene il pasto, il 19% perché rappresenta un’abitudine a cui non poter rinunciare, il 10% perché aiuta a socializzare con la famiglia, i colleghi e gli amici, il 9% perché consente di ritagliarsi una pausa di relax e il 2% perché è la bevanda preferita.
Tuttavia una recente ricerca internazionale condotta dall’Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC) su un campione di 4.000 consumatori in 10 Paesi europei1 mostra che più di metà degli intervistati non conosce i benefici che un consumo corretto ed equilibrato di questa bevanda può apportare al nostro organismo.